Napolitano a Villari: "Rai, non ho titolo per pronunciarmi"

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    Roma - Il giorno dopo l’elezione a presidente della commissione di Vigilanza Rai del senatore del Pd, Riccardo Villari, resta alta la tensione tra i due poli, mentre le annunciate dimissioni del neo eletto presidente, come deciso dal Pd, ancora non arrivano. Ma a tenere banco è soprattutto lo scontro tra maggioranza e opposizione: il Pd accusa il Pdl di aver inferto "una grave ferita" che "apre una fase di forte tensione in Parlamento", scrivono in una nota congiunta i capigruppo democratici di Camera e Senato, Antonello Soro e Anna Finocchiaro.

    Gli attacchi dei democratici "Siamo sinceramente stupiti che da molte parti si sottovaluti la gravità di quello che è successo ieri - aggiungono i due esponenti Pd - Consideriamo quello compiuto dal PdL un gesto di grave arroganza, una rottura istituzionale ed una vera e propria ferita alla prassi parlamentare". Solo un accenno, nella nota, alla vicenda Villari: "Riteniamo impegnativo e concludente l’impegno del senatore Villari di rassegnare le dimissioni". Ma certo, il protrarsi della situazione crea non pochi malumori nel Pd. E non è escluso che oggi il segretario torni a chiedere al senatore il rispetto della linea scelta dal partito: cioè, dimissioni subito.

    Pdl in barricata A difesa di Villari si schiera il Pdl: "Ci auguriamo che ora l’opposizione non lo costringa, con un gesto irresponsabile alle dimissioni contro la sua volontà", afferma Italo Bocchino, mentre Maurizio Gasparri si dice "sconcertato dalle intimidazioni partitocratriche che abbiamo letto in queste ore nei confronti del senatore Villari. Si è rispettata una prassi parlamentare che vede un esponente delle minoranze alla guida della Commissione parlamentare di Vigilanza". E Fabrizio Cicchitto aggiunge: "Sarebbe gravissimo se il senatore Villari, legittimamente e liberamente eletto da una Commissione parlamentare fosse costretto a dimettersi". Nell’opposizione inizia a circolare l’ipotesi di dimissioni di tutti i componenti di minoranza della commissione di vigilanza Rai.

    Gli scricchiolii nel Pd Ma è nel Pd che si evidenziano i primi scricchiolii. C’è chi come Rosy Bindi è categorica: "Attendiamo le dimissioni di Villari. Se non dovessero arrivare, credo si debbano dimettere tutti i componenti di opposizione della commissione di Vigilanza Rai", o come Giorgio Merlo che vede due sole soluzioni: "O il senatore Villari si dimette oppure il Pd è costretto ad adottare provvedimenti nei suoi confronti". Ma nel Pd c’è anche chi, come Enzo Carra, è convinto del fatto che "Villari non si deve dimettere perchè glielo chiede il partito, altrimenti si rtornerebbe alla peggiore partitocrazia". Anche il Radicale Marco Beltrandi sostiene che Villari non deve dimettersi. Intanto, il presidente del Senato ha annunciato che l’incontro richiestogli da Villari si svolgerà non prima dell’inizio della prossima settimana.

    Napolitano si chiama fuori Una nota del Quirinale "risponde" al neo eletto presidente della commissione di Vigilanza Rai il democratico Riccardo Villari che ieri, dopo il 'blitz' della maggioranza che ha portato alla sua elezione al posto di Leoluca Orlando, aveva detto di aver chiesto un incontro al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "In relazione alla richiesta di udienza avanzata stamani dal senatore Riccardo Villari - spiega la nota del Colle - il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, precisa di non avere titolo per pronunciarsi sulle scelte del Presidente eletto dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi".

     
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