Una stimolazione elettrica efficace contro la depressione grave

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    Considerate la sua semplicità e la sua efficacia potrebbe essere utilizzata nel prossimo futuro come terapia coadiuvante nella depressione grave in ambiente ospedaliero o ambulatoriale
    È un dispositivo in grado di erogare una corrente continua a bassa intensità - tra 1 e 2 mA - il cuore tecnologico di un nuovo trattamento della depressione grave sviluppato da Alberto Priori, direttore del Centro clinico per la neurostimolazione della Fondazione Ospedale maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena e docente dell’Università degli studi di Milano in collaborazione con la Clinica Villa Santa Chiara di Verona che si è guadagnato la pubblicazione sulla rivista “Journal of Affective Disorders”.

    Si tratta della stimolazione transcranica in corrente continua (transcranial direct current stimulation, tDCS): applicando sullo scalpo due elettrodi per alcuni minuti, il trattamento permette, senza procurare dolore o fastidio al paziente, una buona percentuale di miglioramento dei stintomi.

    “Questa metodica, seppur ancora sperimentale, viste la sua semplicità e la sua efficacia potrebbe essere utilizzata nel prossimo futuro come terapia coadiuvante nella depressione grave in ambiente ospedaliero o ambulatoriale”, ha commentato Roberta Ferrucci, del Centro per la neurostimolazione di Milano, coautrice dell’articolo. Nel corso dello studio, la metodica è stata applicata a 14 soggetti - 13 donne e un uomo - di età compresa tra 37 e 67 anni, con applicazioni due volte al giorno per cinque giorni consecutivi. Il risultato è stato un marcato miglioramento dei sintomi che si è mantenuto per diverse settimane successivamente.

    “Le forme depressive farmacoresistenti, pur essendo una minoranza, costituiscono un rilevante problema per il Sistema sanitario nazionale: sono questi i casi in cui si sono registrati almeno tre tentativi consecutivi falliti di trattamento con farmaci differenti. La loro gestione è spesso complessa e necessita di essere affrontata in ambiente ospedaliero da equipe specializzate”, ha concluso Carlo Altamura, direttore dell’Unità operativa di Psichiatria della Fondazione. Ritengo che quando gli effetti della tDCS nella malattia depressiva grave saranno confermati in un’ampia casistica di pazienti, la metodica possa rappresentare un grande progresso nella gestione di tali malati, che sono spesso a elevato rischio di suicidio.”

    Per ora la sperimentazione prosegue con altri 250 pazienti reclutati presso la struttura della Clinica Villa Santa Chiara. (fc)
     
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