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°†CrazySummer†°.
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Alla sola idea di ricevere un organo o un arto appartenuto a un individuo particolarmente “malvagio”, come un serial killer, la maggior parte delle persone proverebbe una forte avversione e nutrirebbe la strana convinzione di ereditare da lui anche alcuni aspetti del suo carattere. A sostenerlo è uno studio presentato al Cheltenham Science Fest da poco conclusosi in Gran Bretagna.
Da una ricerca condotta in passato su un campione di pazienti sottoposti a trapianto è emerso che circa un terzo di loro è convinto di aver “ereditato” dal proprio donatore anche alcuni tratti della sua personalità. Nello studio attuale condotto da Bruce Hood, neuroscienziato dell'Università di Bristol, a un campione di 20 studenti è stato chiesto di figurarsi una situazione in cui il loro corpo doveva essere sottoposto a un trapianto di importanza vitale.
Dopo aver mostrato agli studenti una serie di volti di perfetti sconosciuti, Bruce Hood chiedeva ai giovani di esprimere un giudizio sulla loro eventuale soddisfazione nel dover ricevere un arto o un organo da un individuo piuttosto che da un altro. Nel mostrare una seconda volta i visi degli sconosciuti donatori ai giovani, Bruce Hood attribuiva poi ad ognuno di loro un giudizio relativo al carattere, identificandoli come “buoni” o “cattivi”. I suoi risultati hanno mostrato che la soddisfazione dei giovani precipitava enormemente all'idea di ricevere un trapianto di un organo da un individuo potenzialmente cattivo. “L'effetto peggiore si otteneva con un trapianto di cuore appartenuto a un serial killer”, ha dichiarato Hood.
Nell'esporre i suoi risultati alla conferenza, il professore ha ricordato il caso di un'adolescente inglese sottoposta forzatamente a trapianto di cuore, al quale la giovane si opponeva con tutte le forze in quanto terrorizzata dall'idea di ricevere il cuore appartenuto a un altro individuo.
Fonte: Devlin H. Third of transplant patients believe they take on donor's traits. The Time; 5 giugno 2009.
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Trapianto di cuore da un serial killer? Meglio di no, grazie |