Sarah ha respinto le avances dello zio e lui l'ha strangolata e violentata

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    Michele Misseri, accusato di omicidio volontario, ha ammesso di avere ucciso la 15enne di Avetrana e di averne abusato sessualmente dopo la morte. Il corpo trovato a notte fonda in una cisterna interrata. Esame del Dna per avere la certezza. Sabrina: "Mio padre deve pagare"

    L'ha strangolata dopo che lei, per l'ennesima volta, aveva rifiutato le sue avances e poi l'ha violentata. Sarah Scazzi 15 anni, è stata uccisa dallo zio Michele Misseri perché non voleva cedergli. La ragazzina aveva anche cercato aiuto dalla cugina Sabrina, figlia dell'uomo, con la quale il giorno prima, proprio per questo motivo, aveva avuto un violento litigio. Misseri il giorno della scomparsa di Sarah l'aveva avvicinata ancora, ma stavolta per redarguirla, e costringerla a non rivelare a nessuno le sue attenzioni morbose; invece l'ha uccisa. Proprio Sabrina adesso dice: "Mio padre deve pagare per quello che ha fatto. Non abbiamo nulla da dire mio padre deve pagare per quello che ha fatto".

    E' questa la ricostruzione della dolorosa storia della ragazza, il cui corpo è stato ritrovato all'interno di una cisterna interrata presso un casolare vicino a Avetrana in Puglia. La piccola Sarah vi è stata gettata senza vestiti ed è stata ritrovata in posizione fetale e in pessime condizioni, per questo motivo è stato predisposto l'esame del Dna.

    Michele Misseri, unico indagato al momento, "ha confermato di aver ucciso la povera fanciulla e ha indicato il posto dove il cadavere era stato da lui nascosto; ci ha portati sul posto e, quindi, ci ha consentito di fare i dovuti accertamenti", ha spiegato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio aggiungendo che il luogo in cui è stato trovato il corpo "non è un pozzo, è una sorta di covo interrato all'interno del suolo con un foro d'ingresso di poche decine di centimetri coperti da rami, foglie e pietre, quindi era praticamente impossibile accertarne l'esistenza, addirittura probabilmente passandoci sopra".

    Intorno alle 15 del 26 agosto, dopo avere ucciso la nipote nel garage di casa, Misseri ha trasportato il cadavere nel portabagagli della sua auto nel suo terreno alla periferia di Taranto, ai confini con la provincia di Lecce. Qui, l'uomo ha gettato il cadavere in una cisterna interrata in località "Mosca" fra San Pancrazio e Avetrana. Si tratta del luogo dove proprio Misseri aveva recentemente sostenuto di avere ritrovato il cellulare della vittima, seppure bruciato e privo di sim e batteria. Lì, intorno alle 2 di questa notte, proprio su segnalazione dell'uomo, i carabinieri del Comando provinciale di Taranto hanno rinvenuto il corpo della ragazza.

    Misseri è crollato, alla fine di un estenuante interrogatorio, l'ennesimo, durato questa volta oltre dieci ore. L'uomo è in stato di fermo con l'accusa di omicidio volontario. "L'ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta. Poi l'ho portata in campagna, ho bruciato i vestiti", ha confessato Misseri, cognato della mamma di Sarah.

    La svolta nelle indagini sul caso sarebbe giunta con una intercettazione ambientale della cugina Sabrina, mentre parlava con la madre e diceva piangendo "Tanto lo so che l'ha presa lui..." L'intercettazione di Sabrina sarebbe stata cruciale per confermare ai carabinieri che erano sulla pista giusta e poi per far crollare l'uomo.

    LA MADRE L'HA SAPUTO IN TV
    Il caso di Sarah, su cui si è concentrata da subito l'attenzione dei media, ha avuto la sua conclusione quasi in diretta televisiva. Concetta, la mamma di Sarah, era in collegamento con la trasmissione "Chi l'ha visto" quando la conduttrice Federica Sciarelli ha letto i primi lanci di agenzia sulla ricerca del corpo della ragazza e sui sospetti che si addensavano sul cognato della madre, Michele Misseri, interrogato fin dal pomeriggio dai carabinieri di Taranto assieme alla figlia Valentina. In un frenetico crescendo è giunta la notizia che lo zio di Sarah aveva confessato. La madre della ragazza a questo punto ha lasciato il collegamento televisivo, anche sotto consiglio dell'avvocato.


    (source: virgilio)
     
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    Mah... Sta storia è tutta un pò strana. Lo zietto meriterebbe quasi un oscar per la recitazione. E ora la povera Sabrina dice che il padre deve pagare quando poi era già a conoscenza dell'accaduto... Ma per favore!
    Poi, Chi l'ha visto, tatto zero :|: ma vabè, lo scoop era più importante.
    è inutile aggiungere altro a questo schifo... Povera ragazza...

    Edited by cuny-sama - 7/10/2010, 21:52
     
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  3. {aliCe•
     
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    Avrebbero dovuto chiudere subito il collegamento, altro che "ci si deve trovare in quelle situazioni"...un cazzo!
    Comunque sì, ora hanno parlato di "carenze affettive gravi" dello zio, è assurdo.
     
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  4. Fra90
     
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    Massì ora giustificheranno in qualche modo quel "poveretto", dicendo che aveva turbe mentali e non è colpa sua, che schifo veramente
    E la cugina, ma cristo se una ti dice che tuo padre le ha fatto proposte strane o cose simili..cioè è vero che non è facile accusare il proprio padre ma un minimo di dubbio dovrebbe venirti, specialmente dopo la scomparsa O_o
     
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    Sabrina Misseri, l'orrore dietro le menzogne in tv

    dal nostro inviato Marida Lombardo Pijola

    AVETRANA (16 ottobre) - Dissolvenza, svapora il volto della cugina-sorella-amica affranta e premurosa, si sovrappone quello di una giovane omicida, buio: in quel cappuccio calzato sul volto di Sabrina mentre i carabinieri la portano in caserma, dove sarà arrestata per aver intrappolato Sarah con un falso invito al mare, per consegnarla a suo padre nel mattatoio-garage, e poi tenerla ferma mentre lui l’ammazzava, c’è la metafora di un’espiazione. C’è il contrappasso per l’impudicizia di quell’esposizione ininterrotta davanti alle telecamere del reality Avetrana, a manipolare, a fingere, a raccontare un mucchio di bugie, a nascondere l’omicidio e il tradimento.

    Correte, c’è Sabrina alla televisione, Sabrina che cerca di pastorizzare in una melassa commestibile una colpa atroce, una vergogna dissimulata, un sacco di menzogne. Sabrina che cerca di eludere la nomination della strega, quella che va eliminata dal cordoglio popolare, perché chissà che ha fatto, sicuramente c’entra qualcosa con Sarah, si vede dalla faccia. Sì, c’entrava, e molto. E’ stata lei ad attirare Sarah, come un agnello sacrificale, nel garage. Un trucco. Non ci sarebbe stato nessun mare. L’avrebbe consegnata al boia. Ma nel reality non è la verità che conta. Tutto dipende da che faccia hai, da come appari, da quello che dici, da come lo dici.

    Tono lagnoso e monocorde, sguardo obliquo, il trucco pasticciato da lacrime a comando, il corpo che smagrisce, l’acconciatura più rifinita, il piercing al naso che scompare, abiti meno improvvisati di quelli che indossava i primi giorni, più telegenica, meno sgraziata di quanto non sembrasse in quella foto accanto a Sarah. C’è un pubblico da conquistare, una giuria popolare spietata da tenere a bada, un’ondata di odio da placare. Così Sabrina cerca di padroneggiare il gioco delle parti per proteggere se stessa e il suo terribile segreto, esorcizzare la consapevolezza di quello che è accusata di aver fatto, e il ricordo di Sarah mentre ride, mentre le telefona, mentre si confida. Mentre muore.

    Si muove da acrobata, Sabrina. Prende le distanze da suo padre, («Voglio guardarlo in faccia, deve spiegarmi perché lo ha fatto»), ma al tempo stesso cerca di riabilitarlo, («Un padre esemplare, un gran lavoratore»), nello spazio flessibile di un rapporto intenso e complicato. Un legame viscerale, di quelli che segnano un vita, che possono annebbiare la coscienza. Un Edipo ingombrante che forse ha intrappolato padre e figlia nel gorgo di un attaccamento che prevarica la ragione, la coscienza, gli altri affetti, gli altri sentimenti.

    Se è andata come dicono, qualcosa, in quell’omino smilzo dagli occhi azzurri, indecifrabile, riservato, quasi autistico, avrebbe catturato Sabrina nella rete di un’affettività morbosa e prepotente. E lui avrebbe fatto qualunque cosa per quella ragazza sbiadita e sovrappeso dall’espressione immobile, incupita nel cono di luce della grazia di quella cugina. Gelosia? Ivano conteso, l’accusa di molestie a zio Michele, la lite del giorno prima, chissà cos’altro: un unico intreccio di rancori che si stringe attorno a Sarah in quel garage, come la cordicella sul suo collo. E adesso la solita folla si accalca più di sempre attorno alla casa di Sabrina, assieme alle telecamere, ai giornalisti, a quelli che sono riusciti ad infilarsi di prima mattina dai Misseri, sul set dove si dispensano nuove e fantasiose varianti del dolore.

    Hanno appena portato via Sabrina. Cosima è disperata, racconta il Tg5, chiede continuamente dov’è andata sua figlia, quando torna. Cosima piange, mentre sfoglia le lettere di odio e di minaccia ricevute da ogni parte d’Italia. Cosima non vuole più vedere suo marito, anche se riesce ancora a intenerirsi, pensando ai quei decenni con Michele a spezzarsi la schiena sopra i campi, ai battibecchi come Sandra e Raimondo, a quell’improvvisa inquietudine di lui negli ultimi sei mesi, ai dodici chili persi dopo quel maledetto 26 agosto in cui è diventato un assassino. Cosima che riceve un messaggio da Michele ,«un saluto alla mia famiglia, immagino che vi ho creato grossi problemi», e una telefonata di Sabrina dalla caserma dei carabinieri, per rassicurarla, anche se non c’è nulla che sia rassicurante. Ancora non sa, Cosima, che il dramma in diretta è solo cominciato, che oggi va in onda una nuova puntata, e che riguarda sua figlia Sabrina. Più tardi, con Valentina, la figlia maggiore, griderà che Sabrina è innocente, che Michele è pazzo, che ha trascinato la figlia minore in quell’incubo solo per follia.

    E intanto tutti vogliono dettagli, ci hanno fatto la bocca, chiedono di più. Tutti vorrebbero guardarla in faccia, Sabrina, sentire dal vivo cosa dice, come spiega, quanto soffre. Monitorizzarne la morfologia, le contrazioni muscolari, gli sguardi, il tono della voce, i movimenti. Ora il popolo del reality, oltre al suo mostro, ha finalmente avuto pure la sua strega, la chiedeva da tempo, e ora vuole il rogo. C’è l’ansia di infilarle addosso l’ennesima identità, manipolando quel volto di gomma stralunato che si è preso la scena di Teledolore. Una, nessuna, centomila. La cugina che si mobilita si accora lancia appelli per cercare Sarah, la figlia sgomenta che mai e poi mai avrebbe potuto immaginare, la cugina che tradisce e uccide. E’ andata così? Se sì, la fantasia dei telespettatori ora potrà esercitarsi nell’ennesima trasfigurazione del personaggio, assottigliando ulteriormente il confine tra il dramma e lo spettacolo, fino a sovrapporli. E’ stata proprio lei, Sabrina. Era colpevole: la giuria popolare mediatica aveva indovinato.

    Perché l’ha fatto? Non sono geometriche, le ragioni di una ragazza che in un pomeriggio di agosto intrappola in un agguato mortale la cugina che di lei si fidava più che di sua madre. Sono complesse, sghembe, tortuose come i sentimenti, le frustrazioni, la gelosia, l’orrore, la disperazione, i segreti che si annidano in una famiglia. Chissà cosa ne pensa, il pubblico da casa.
     
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4 replies since 7/10/2010, 14:36   33 views
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