1° maggio: a Marsala per dire che l'unità del Paese deve ripartire dal lavoro

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    I sindacati festeggiano i lavoratori a Marsala, luogo simbolo dell'Unità d'Italia. Tante le iniziative in tutta Italia. Camusso, per far crescere il nostro Paese e creare le condizioni del futuro, bisogna cambiare l'agenda politica che scarica su lavoratori e pensionati i costi della crisi


    'Il lavoro per unire il paese' è lo slogan scelto dai sindacati CGIL, CISL e UIL per festeggiare il 1° maggio 2011. Quest'anno infatti la Festa dei Lavoratori è stata un'occasione per ricordare, dopo il 17 marzo scorso, anche il 150° dell'Unità d'Italia, sottolineando l'importanza del lavoro come elemento fondamentale per la realizzazione, ancora oggi, dell'unità del paese. La manifestazione nazionale che si è svolta a Marsala, luogo emblematico per l'Unità d'Italia, è stata affiancata da numerosissime manifestazioni in tutta Italia. In particolare a Roma la musica, come ogni anno, ha animato Piazza San Giovanni per il consueto appuntamento con il 'concertone', con lo slogan: 'La storia siamo noi. La storia, la patria, il lavoro'.

    La festa dei Lavoratori e la drammatica situazione occupazionale in Italia. Un 1° maggio quello del 2011, che si inserisce in un contesto colmo di criticità per quanto riguarda il mercato del lavoro. In particolare sono i giovani, come dimostrano i dati ISTAT diffusi nei giorni scorsi, a risentire maggiormente della crisi che imperterrita continua a far sentire i sui effetti sulla vita delle persone. Sono 2,071 milioni i senza lavoro nell'ultimo mese, corrispondenti ad un tasso di disoccupazione che ha raggiunto l'8,3% e per le fasce più giovani (15-24 anni) è salito vertiginosamente al 28,6%. Dunque per la CGIL ad una disoccupazione che ha caratteristiche sempre più “strutturali” corrisponde una “sempre peggiore qualità del lavoro”.

    In Toscana e a Milano sciopero contro le aperture dei negozi.
    Sono i lavoratori del commercio ad avere incrociato le braccia nel giorno della Festa dei Lavoratori. Lo sciopero è stato proclamato unitariamente da FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL dopo che a Firenze e a Milano è stata data la possibilità ai negozianti di tenere aperti gli esercizi commerciali il 1° maggio. “Decidiamo che ci sono dei giorni che sono nostra identità e che non sono trasformabili, commerciabili” aveva detto il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso in occasione della chiusura della campagna 'La festa non si vende' promossa dalla FILCAMS nel ricordare che “la festa del lavoro ricorda ogni giorno a tutti noi che dal lavoro si parte per la costruzione dell'identità delle persone e della ricchezza”, richiamando così i valori della nostra Costituzione. Il 1° maggio, dunque non è solo un giorno di festa, ma anche una data simbolica nella quale ricordare l'importanza della salvaguardia di valori etici, civili e religiosi, che interessano le lavoratrici e i lavoratori sul piano della tutela dei diritti e l'intera convivenza sociale e civile, che deve recuperare una “dimensione etica” del fare politica e del fare economia.

    La manifestazione per le vie di Marsala.
    Lavoratori, giovani, studenti, precari, ma anche pensionati e famiglie hanno sfilato oggi per le vie della cittadina siciliana in provincia di Trapani, dove l'11 maggio del 1860 approdò Garibaldi insieme ai mille. Un corteo colorato che ha voluto portare in piazza l'importanza della rivendicazione del lavoro che deve essere per tutti, che deve essere tutelato e nel rispetto dei diritti e dei valori ad esso legati, come ricordato dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso a margine della manifestazione ai microfoni della CGILtv. “Siamo a Marsala perché si potrebbe simbolicamente dire che da qui parte l'Unità d'Italia” ha detto Camusso, sottolineando come essa sia parte fondamentale della storia del movimento sindacale e dei lavoratori, “anzi, si potrebbe dire – ha aggiunto la leader della CGIL - che senza il lavoro e senza i lavoratori la storia del nostro paese sarebbe stata molto diversa, sia nel Risorgimento e poi, soprattutto, nella Resistenza e nella costruzione dell'unità”. Ma non solo, per Camusso l'unità del paese richiama l'unità del lavoro e “il 1° maggio – ha ribadito il Segretario Generale - è la festa dei lavoratori e quindi, non può che essere un luogo di tutti”.

    Inoltre Camusso, nel ricordare lo sciopero generale indetto dalla CGIL per il 6 maggio, ha sottolineato come “i temi della crisi del paese sono tutti là, le ragioni del nostro sciopero rimangono tutte“ vista la manovra finanziaria e le politiche che il governo si appresta a mettere in campo. Richiamando le parole di ieri del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Camusso dice che dal capo dello Stato arriva un appello fondamentale: “il problema oggi è la creazione di lavoro e contrastare la disoccupazione crescente in particolare tra i giovani di questo paese”. Per farlo, spiega Camusso “c'è una strada”, ossia “quella di intervenire subito sul fisco, spostando la tassazione verso le grandi ricchezze, verso la finanza, in modo da avere un alleggerimento per lavoratori e pensionati e per le aziende che investono, ottenendo così – aggiunge - anche risorse per gli investimenti”. Nel concludere Camusso invita, in questo giorno di festa, non solo “a celebrare ciò che ha significato e significa ancora oggi per il lavoro il 1° maggio, ma anche a ricordare che il lavoro va sempre accompagnato ai diritti”.

    Cambiare l'agenda politica per la crescita e il futuro dell'Italia. E' quanto affermato da Susanna Camusso nel suo intervento in Piazza della Repubblica a Marsala, in chiusura della grande giornata di festa. Un'agenda politica che, ha lamentato la dirigente sindacale “scarica sui lavoratori e pensionati i costi della crisi”. In particolare Camusso ha puntato il dito contro i tagli che il Governo ha previsto per l'istruzione, affermando che “il diritto allo studio è parte costitutiva del nostro paese, così come la scuola, nazionale, pubblica e laica”. Secondo la leader della CGIL infatti “senza lo studio e la possibilità, per tutti, di emanciparsi non ci può essere un futuro democratico”. Camusso nel rivolgersi a quei giovani che in Italia “si trovano improvvisamente nella fatica di riconquistarsi il diritto allo studio, perchè – ha spiegato - si è scelto di tagliare l'istruzione” ha assicurato “siamo al fianco dei tanti precari della scuola che, giustamente, lottano perchè resti un punto irrinunciabile per il nostro paese”.

    Rivolgendosi a CISL e UIL, la numero uno di Corso d'Italia ha rivolto l'invito a ripartire “dalle regole che ci mettono insieme. Ripartiamo dai lavoratori, ripartiamo da quella cosa fondamentale che sono i rappresentanti unitari nelle aziende”. Per Camusso questa è una risposta che i sindacati devono dare non solo ai lavoratori, ma ad un Paese che celebrando l'Unità d'Italia “ha dimostrato di tenere alla propria unità”. Infine, il Segretario Generale ha avvertito: “l'articolo 1 della Costituzione non può essere cambiato” perchè “è lo specchio della nostra storia ed è la base del nostro futuro” e ha concluso Camusso “se diciamo che non bisogna rassegnarsi, dobbiamo anche dire che cambiare è possibile”.



    (source: cgil)





    E a Marsala Aki c'era :riot:
     
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  2. {aliCe•
     
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    GO AKI GO! :riot:
     
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    So che farò una figura miserrima, ma vi allego comunque un video XD click ---> da 4:02 a 7:06 c'è il servizio su Marsala u.u

    Edited by >Akira< - 2/5/2011, 01:35
     
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    Ooooh ma che carina <3
     
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    Ma anche no, sono scappata due volte dalle telecamere e la tipa è venuta a pescarmi lo stesso XD non sapevo che diavolo dire, mi vergognavo :°A°:""
     
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    Ma anche si :*_*: buahahahah XD e ha fatto bene u.u Immagino :°A°: ma sei brava *_*
     
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  7. Fra90
     
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    Ma non è più disponibile!!! :crying: :crying: :crying: mo che ero riuscita a far partire quel coso per filmare! :crying: :crying: :crying: :wall: :knif:
     
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    Mmm...veramente c'è fino a domenica XD
     
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    Ma stamattina mi dava nessun video :|: mah :|:
     
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    I misteri della rai D:
     
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  12. {aliCe•
     
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    mi presenti il secondo che ha parlato dopo di te?





    io appena posso scappo eccome
     
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    L'ultimo? Lo conosci, era venuto sulla stiloseria, se non ricordo male :look: Ma non ti faceva simpatia, eh XD



    ma come scappi?! D:
     
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  14. {aliCe•
     
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    Ah si? XD Ero giovane ai tempi!

    Devo rimanere ad aspettare cosa, che cambi? Chi ha voglia di cambiare in italia, anche tra quelli che si lamentano, per la maggior parte? E soprattutto com'è possibile, quando tu vedi la gente che si lamenta ma non capisce nemmeno per cosa si sta lamentando dato che non alza il culo manco per informarsi?
    E non parlo solo per fare giornalismo, ma anche solo per fare la storica: in italia non mi sarebbe possibile accedere ad almeno un terzo degli archivi perché vengono contesi tra stato/regione/provincia, per dire una stronzata, mentre in inghilterra gli umanisti vengono presi a lavorare in ogni settore, anche nelle fabbriche, perché servono persino lì per il settore etico. In italia non si spendono soldi pensando di risparmiare, peccato che poi quando si devono mettere le pezze di va a spendere il triplo.

    Senza contare che è lo stato stesso a non volermi. Sono una studentessa di lettere, identificata come scansafatiche (fa nulla se mi faccio il culo in quattro più di un coglione che ha avuto il culo di entrare in medicina e che ha un libro al mese da studiare - che poi se hai un minimo di senso di matematica e fisica studi anche meno, e lo dico vedendo la gente che conosco all'università) e definita dai ministri come un peso (fa nulla, di nuovo, se i padri della repubblica erano laureati in lettere classiche, per dire) che non crea nulla di produttivo. Quindi che ci rimango a fare se non posso aiutare il mio santo e sacro paese? Vado a fare l'ancora da qualche altra parte, o almeno questo è quello che vorrei - poi ovviamente non succederà mai per motivi che vanno oltre le mie volontà, ma tant'é.
     
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    Eh, ma lui è sempre lo stesso XD

    Hai tristemente ragione su tutto. Ma se continuiamo a scappare dall'Italia, non cambierà mai niente, e i nostri figli, i nostri nipoti, si troveranno sempre con gli stessi problemi che ci troviamo ad affrontare noi ora. La politica non ci pensa a noi, è vero. Ci ritiene quasi un peso, ci ritiene "inutili". Ma andando via non siamo forse noi stessi a dar ragione a coloro che ci ritengono "inutili"? Siamo così inutili in questo paese che lo abbandoniamo per cercare di renderci utili altrove! Se è vero che siamo noi giovani il futuro, allora dobbiamo essere anche noi a cercare di cambiare le cose, per quanto possibile. E se al momento non è possibile, dobbiamo fare in modo che con il tempo lo sia!

    Non so, magari sogno troppo, ma, nonostante tutto, amo il mio paese. E continuo a sperare che un giorno le cose possano cambiare.
     
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